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![]() Tweet MULINO Antichissima apparecchiatura (corpo frantumante) attraverso cui avviene la frantumazione e macinazione; il termine indica, per estensione, l'edificio che la ospita. Originariamente legato alle lavorazioni dei prodotti della terra (granaglie e olive), assunse col tempo una molteplicità di funzioni che vanno da una specializzazione di quelle originarie della frantumazione e triturazione (pietre, legno e altri materiali), alla trasformazione dell'energia naturale in energia meccanica. Le origini del mulino sono ignote, la sua genesi però può essere ricostruita osservando quelle popolazioni dell'Africa e dell'Oceania che triturano le granaglie frantumandole tra due pietre mosse dalla forza muscolare umana: il mulino nacque probabilmente per rendere possibile la consumazione di alimenti altrimenti inutilizzabili. Il passaggio successivo fu quello in cui due pietre circolari di più grandi dimensioni, di cui una fissa e l'altra mobile, venivano fatte ruotare per macinare sempre maggiori quantità di granaglie. La crescita della produzione cerealicola e l'introduzione dei principi della divisione sociale del lavoro portarono alla formazione di una categoria specializzata di mugnai al servizio di una o più comunità. A muovere le pietre di questi rari mulini collettivi erano uomini (in civiltà basate sulla schiavitù) o animali: un primitivo esempio di energia esterna applicata al lavoro. Il passo successivo fu l'evoluzione delle due pietre che da piane divennero concave e convesse, secondo il principio del mortaio. A introdurre questa importante innovazione furono i romani, che grazie a ciò riuscirono a garantire una migliore lavorazione delle granaglie, eliminando gli sprechi dei precedenti metodi di macinazione. Dalla Mesopotamia giunsero intanto mulini mossi non più dalla forza muscolare ma dall'acqua e dal vento. Per i mulini ad acqua si trattava di una particolare applicazione della pompa idraulica rotante utilizzata per usi irrigui lungo i grandi corsi d'acqua della "mezzaluna fertile". Si introdussero allora delle distinzioni nella tipologia dei mulini, a seconda del tipo di forza motrice utilizzato: acqua o vento, mentre quelli a trazione animale andavano via via scomparendo. Nel Medioevo il mulino conobbe la sua più importante trasformazione. Abbandonata l'esclusiva funzione di triturazione, finì per prevalere quella di trasformazione dell'energia naturale dell'acqua e del vento in energia motrice, trasformandosi da semplice corollario dell'attività agricola a strumento fondamentale della produzione industriale. L'impiego di opportuni ingranaggi consentì un'applicazione sempre più diversificata dell'energia prodotta dai mulini e la possibilità della sua trasmissione anche a lunga distanza. Vennero così favorite le attività produttive che necessitavano di una grande quantità di energia (per esempio i primi telai) e il mulino divenne un elemento fondamentale della prima fase della rivoluzione industriale. L'invenzione della macchina a vapore infine aprì la strada alla sostituzione delle tradizionali fonti di energia con quelle offerte dalla nuova tecnologia. |
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